domenica 10 febbraio 2013

Sul set al Palazzo della Camera di Commercio


Mentre mi avvicino al Palazzo della Camera di Commercio, in piazza Bovio a Napoli, non riesco a contenere un sorriso che mi prende tutta la faccia. Girare di sabato è una gran seccatura, ma la location in cui si svolge l’azione oggi è talmente suggestiva da far passare in secondo piano anche la fatica della settimana e il cattivo tempo, annunciato da un freddo vento che viene dal mare. Appena dentro l’edificio, vedo la sala maggiore già allestita per la scena. La troupe si da molto da fare, ed alcuni dei problemi sono talmente evidenti da risultare chiari anche a me: il soffitto del palazzo è molto alto, e i rumori vengono amplificati dall'eco che si propaga. Guido Lombardi, però, continua a girare senza perdere la concentrazione, aiutato dalla presenza di Alan De Luca sul set, che contribuisce ad alleggerire gli animi, sebbene la parte da lui interpretata (il direttore di banca) non sia tanto umoristica (vedi di seguito l'intervista ad Alan De Luca, a cura di GianPaolo Improta e Roberta Serretiello). 



All’ora di pranzo non si è sentito ancora il fatidico “stop” del regista, quindi anche gli stomaci devono essere tenuti a bada dal brontolare. Ne approfitto per fare un giro del palazzo. Il piano superiore si raggiunge con una scala di pietra, già trafficatissima di costumiste e operatori che fanno la spola tra il primo ed il secondo piano. Tutta la scena risulta un po’ comica, vista da fuori: ogni movimento deve essere compiuto nel massimo silenzio, anche il più complicato – come trasportare un pesante cavo dell’elettricità giù per le scale. 
“Il palazzo è stato costruito nel 1895”, sento dire ad una guardia giurata, mentre spiega a qualcuno della produzione la storia dell’edificio. “Però è stato inaugurato nel 1899, e prima di diventare una banca è stato adibito a camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura”, continua a raccontare, mentre scendo verso l’ingresso principale, in una pausa delle riprese. Quello che mi si para davanti subito colpisce l’occhio: la luce. Anche in una giornata ventosa e scura come questa, le strutture di ferro e vetro conferiscono una luminosità senza pari, come se tutti i lampadari di vetro che pendono dal soffitto alto fossero accesi. Cercando di capire qualcosa in più sul palazzo, mi reco di nuovo dalla guardia che avevo sentito parlare prima. Mi spiega che il progetto originale del palazzo era stato affidato a Luigi Guerra e Alfonso Ferrara, e che i bronzi che affiancano la scalinata d’ingresso raffigurano Geni alati che cavalcano leoni, ossia la rappresentazione allegorica del genio (umano) che domina la forza bruta. 
Quando torno sul luogo delle riprese c’è un gran fermento. In edicola è uscito il numero di febbraio di Ciak, il mensile di cinema edito Mondadori. C’è un articolo che parla di Take Five. Anzi, a ben vedere ce ne sono due: un editoriale della direttrice Pietra Detassis, a pagina 10, ed uno speciale alle pagine 24 e 25, firmato da Luca Barnebè. Le copie che la produzione ha comprato sono state distribuite e tutti, dalla troupe agli attori, sono intenti nella lettura. 
Alcuni scatti di Tiziana Mastropasqua, fotografa di scena, immortalano il cast mentre si prende una pausa dalle fatiche del giorno e anche Guido Lombardi e i suoi assistenti possono rilassarsi nella lettura (clicca qui).
La settimana finisce, lasciando tutti molto stanchi, ma bisogna riprendere fiato in fretta e ributtarsi nella mischia più agguerriti che mai. Le prossime riprese saranno in interno, e non sarà una cosa facile per nessuno.
(GianPaolo Improta)






6 commenti:

  1. Alcune location servono anche per riscoprire pezzidi città dimenticati... bene.ciao benny

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  2. con la foto finale sembra di essere a LES HALLES a Parigi:che meraviglia nascosta!napoletanoin trasferta

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  3. grazie, mi create curiosità anche su luoghi della città dimenticati.buon tutto, Aurora

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  4. ma quello con barba e pistola è sasà striano, il bravissimo sasà? ciao enrico

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  5. Alan ti ho potuto apprezzare per le cose che fai a Napoli: buon film.Carmelita

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  6. Complimenti alla fotografa.

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