Mentre mi avvicino al Palazzo della Camera di Commercio, in
piazza Bovio a Napoli, non riesco a contenere un sorriso che mi prende tutta la
faccia. Girare di sabato è una gran seccatura, ma la location in cui si svolge
l’azione oggi è talmente suggestiva da far passare in secondo piano anche la
fatica della settimana e il cattivo tempo, annunciato da un freddo vento che
viene dal mare. Appena dentro l’edificio, vedo la sala maggiore già allestita
per la scena. La troupe si da molto da fare, ed alcuni dei problemi sono
talmente evidenti da risultare chiari anche a me: il soffitto del palazzo è
molto alto, e i rumori vengono amplificati dall'eco che si propaga. Guido
Lombardi, però, continua a girare senza perdere la concentrazione, aiutato
dalla presenza di Alan De Luca sul set, che contribuisce ad alleggerire gli
animi, sebbene la parte da lui interpretata (il direttore di banca) non sia tanto umoristica (vedi
di seguito l'intervista ad Alan De Luca, a cura di GianPaolo Improta e Roberta Serretiello).
All’ora di pranzo non si è sentito ancora il fatidico “stop” del regista, quindi anche gli stomaci devono essere tenuti a bada dal brontolare. Ne approfitto per fare un giro del palazzo. Il piano superiore si raggiunge con una scala di pietra, già trafficatissima di costumiste e operatori che fanno la spola tra il primo ed il secondo piano. Tutta la scena risulta un po’ comica, vista da fuori: ogni movimento deve essere compiuto nel massimo silenzio, anche il più complicato – come trasportare un pesante cavo dell’elettricità giù per le scale.
“Il palazzo è stato costruito nel 1895”, sento dire ad una guardia giurata,
mentre spiega a qualcuno della produzione la storia dell’edificio. “Però è
stato inaugurato nel 1899, e prima di diventare una banca è stato adibito a
camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura”, continua a
raccontare, mentre scendo verso l’ingresso principale, in una pausa delle
riprese. Quello che mi si para davanti subito colpisce l’occhio: la luce. Anche in una giornata ventosa e scura
come questa, le strutture di ferro e vetro conferiscono una luminosità senza
pari, come se tutti i lampadari di vetro che pendono dal soffitto alto fossero
accesi. Cercando di capire qualcosa in più sul palazzo, mi reco di nuovo dalla
guardia che avevo sentito parlare prima. Mi spiega che il progetto originale
del palazzo era stato affidato a Luigi Guerra e Alfonso Ferrara, e che i bronzi
che affiancano la scalinata d’ingresso raffigurano Geni alati che cavalcano
leoni, ossia la rappresentazione allegorica del genio (umano) che domina la
forza bruta.
Quando torno sul luogo delle riprese c’è un gran fermento. In edicola è uscito il numero di febbraio di Ciak, il mensile di cinema edito Mondadori. C’è un articolo che parla di Take Five. Anzi, a ben vedere ce ne sono due: un editoriale della direttrice Pietra Detassis, a pagina 10, ed uno speciale alle pagine 24 e 25, firmato da Luca Barnebè. Le copie che la produzione ha comprato sono state distribuite e tutti, dalla troupe agli attori, sono intenti nella lettura.
Quando torno sul luogo delle riprese c’è un gran fermento. In edicola è uscito il numero di febbraio di Ciak, il mensile di cinema edito Mondadori. C’è un articolo che parla di Take Five. Anzi, a ben vedere ce ne sono due: un editoriale della direttrice Pietra Detassis, a pagina 10, ed uno speciale alle pagine 24 e 25, firmato da Luca Barnebè. Le copie che la produzione ha comprato sono state distribuite e tutti, dalla troupe agli attori, sono intenti nella lettura.
Alcuni scatti di Tiziana Mastropasqua,
fotografa di scena, immortalano il cast mentre si prende una pausa dalle
fatiche del giorno e anche Guido Lombardi e i suoi
assistenti possono rilassarsi nella lettura (clicca qui).
La settimana finisce, lasciando tutti molto stanchi, ma bisogna riprendere fiato in fretta e ributtarsi nella mischia più agguerriti che mai. Le prossime riprese saranno in interno, e non sarà una cosa facile per nessuno.
La settimana finisce, lasciando tutti molto stanchi, ma bisogna riprendere fiato in fretta e ributtarsi nella mischia più agguerriti che mai. Le prossime riprese saranno in interno, e non sarà una cosa facile per nessuno.
Alcune location servono anche per riscoprire pezzidi città dimenticati... bene.ciao benny
RispondiEliminacon la foto finale sembra di essere a LES HALLES a Parigi:che meraviglia nascosta!napoletanoin trasferta
RispondiEliminagrazie, mi create curiosità anche su luoghi della città dimenticati.buon tutto, Aurora
RispondiEliminama quello con barba e pistola è sasà striano, il bravissimo sasà? ciao enrico
RispondiEliminaAlan ti ho potuto apprezzare per le cose che fai a Napoli: buon film.Carmelita
RispondiEliminaComplimenti alla fotografa.
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