lunedì 17 dicembre 2012

Take Five - l'incipit della sceneggiatura


“Non mi fido delle persone che vivono in una situazione irregolare…”
En cas de malheur, George Simenon.
SCENA 1. Piscina. Interno. Giorno.
Napoli, 2009. Centro Polisportivo Molosiglio, piscina Lauro.
Schiamazzi, urla, strepiti. Imparano a nuotare così i bambini, giocando con la loro stridula voce. Ma sotto il pelo dell’acqua c’è silenzio, lì dove Gaetano ha immerso i suoi pensieri.
GAETANO (voce over)
29… 30… 31…
…sono i secondi che scorrono sul display del suo orologio giapponese. Ha smesso di respirare da più di 30 secondi ormai. Vuole arrivare almeno a 60. Gaetano Di Vaio ha 42 anni, ma i suoi capelli sono grigi da quando ne aveva 30. La mala vita invecchia. Nel suo rione lo chiamano “Anim’e Ddie”.
Peppe O’ Sciomen entra in piscina in quel momento. 10 anni di carcere finiti da un anno e i piedi gonfi. È ancora massiccio, alto, il cranio completamente rasato. Allunga un passo dopo l'altro lungo il bordo della piscina, fino ad arrivare alla scaletta. Lentamente s'immerge nell’acqua, avvertendone il freddo. Ormai ha più di 50 anni.
Tocca a Ruocco. Salvatore Ruocco ha poco meno di 30 anni. Nel suo rione, 8 palazzine occupate abusivamente a Scampia dai tempi del terremoto, lo chiamano ’O Boxer. Ha un tatuaggio sulla spalla che ritrae Mohammed Alì, il campione.
Altri piedi. Passano veloci nello stretto corridoio che porta dagli spogliatoi alla piscina. Sono i piedi di Carmine Paternoster, 35 anni, operaio delle fogne. Giunto al bordo della piscina, si lascia scivolare nell’acqua come un bambino timoroso di non toccare il fondo.
Poco dopo dietro di lui un altro uomo, Striano, percorre lo stesso stretto corridoio. Ma si ferma. Apre il rubinetto attaccato alla parete, quello da cui esce l’acqua saponata per disinfettare i piedi. Un getto di schiuma investe i suoi piedi. Li lava accuratamente.