giovedì 28 marzo 2013

Interviste dietro le quinte: Alessandro Marangolo, attrezzista di scena



Continuano le interviste dietro le quinte alla troupe, reale motore di questa grande macchina chiamata cinema. Questa volta uno tra i più giovani sul set, Alessandro Marangolo, attrezzista di scena, ci racconta la sua esperienza nel mondo della scenografia filmica. 



Come sei arrivato sul set di Take Five?

Tramite Maica Rotondo (caporeparto scenografia n.d.r.) e ci conosciamo perché abbiamo delle amicizie in comune. Lei ha visto alcuni lavori cui avevo preso parte e mi ha chiesto di far parte del team in questa esperienza. Abbiamo iniziato la preparazione, insieme anche a Giuseppe Carbone e Mario Schiano, poi però mi sono distaccato dal reparto per stare sul set.

Sei sicuramente tra i più giovani sul set, ma già molto esperto. Lavori da molto nel cinema?

Si, sono uno dei più giovani sicuramente. Forse della mia stessa età c’è solo Francesco Buonocore, l’elettricista. Ho iniziato molto presto a lavorare, avevo 19 anni, e per prima cosa ho fatto teatro. Ho studiato all’Accademia delle Belle Arti, seguendo il lavoro di una mia professoressa che si occupava di scenografie teatrali, poi ho lavorato per una stagione al Teatro Nuovo nei Quarieri Spagnoli.

E come sei approdato al cinema?

Il primo film è stato Gorbaciòf di Stefano Incerti, dove mi sono anche un po’ imposto perché avrei dovuto lavorare in produzione, ma ho insistito per stare in scenografia! Lino Fiorito, che era il caporeparto, aveva un lavoro che lo impegnava tre giorni, quindi ha insistito perché ci fosse qualcuno sul campo in quel periodo. Poi, però, ha deciso che avrei dovuto seguire tutto il film con lui e quindi sono rimasto.

Poi, altri lavori?

Ho lavorato con alcuni direttori della fotografia come Nicola Pecorini e Luca Bigazzi – che per me è una grande ispirazione sia sul piano professionale che su quello umano, perché da lui ho imparato molto di come ci si comporta con la gente sul set.

E con Lombardi avevi mai lavorato?

Purtroppo non avevo mai avuto modo di conoscere Guido prima di questo film. Me lo ha presentato Maica ma, devo essere onesto, già conoscevo il suo lavoro perché la sua opera prima mi è molto piaciuta. Avevo l’opportunità di andare a lavorare altrove, ma ho deciso di fare lo stesso questo film nonostante i limiti economici e produttivi cui inevitabilmente si va incontro in questo tipo di produzioni. Mi piace molto la sua visione.

Cosa speri per questo film? Cosa credi accadrà quando uscirà nelle sale?

Non ci penso mai a queste cose! Non è il mio primo film, ne ho fatti già un po’, e tendo a non fare mai di certi pensieri perché quello che vedi in scena non è mai totalmente quello che poi vedi sullo schermo. Il montaggio fa molto, e prima di vedere il prodotto finito non mi pronuncio e, ripeto, non ci penso neanche, altrimenti fremerei per vedere il film e non vivrei bene l’esperienza sul set!

(Intervista a cura di GianPaolo Improta, foto di Tiziana Mastropasqua)  

3 commenti:

  1. se non sbaglio Pecorini è stato uno dei primi in Italia ad usare la steadycam e Bigazzi , uno dei migliori direttori della fotografia, passa per uno "difficile: ci racconti meglio la tua esperienza con loro. ciao gennaro

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  2. ma che ci fai in quel tombino, in quale zona di Napoli è? grazie stella

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  3. Alessandro Marangolo diventerà il migliore attrezzista di scena in Italia... se deciderà di rimanervi!
    Complimenti_!
    Steven Spielberg

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